Discussione:
Mantenere il tempo
(troppo vecchio per rispondere)
Luciano
2007-10-31 19:55:37 UTC
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Salve. Sono un batterista autodidatta e suono con persone più preparate di
me. In varie occasioni ho notato che i brani iniziano con un tempo e
terminano con un'altro, a volte più lento, altre più veloce. Dato che per un
batterista mantenere lo stesso tempo durante tutto il brano sia
fondamentale, chiedo a voi, che avete una preparazione sicuramente migliore
della mia, se esistono metodi per ottenere ciò. (Vorrei migliorare senza
tenere il metronomo nell'orecchio). Grazie

Luciano
a***@tiscali.it
2007-11-01 00:11:24 UTC
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Mantenere il tempo (nei generi musicali nei quali ciò è particolarmente
richiesto,
come nella gran parte della musica jazz e musiche derivate...) è una delle
qualità
più importanti per un musicista che suona in un gruppo musicale di questo
tipo.
Ciò vale per tutti gli artisti coinvolti, e quindi non solo per il
batterista!
Vorrei sottolineare che quasi sempre si addebita la precarietà della tenuta
del tempo al batterista,
mentre i responsabili della "labilità temporale" sono altri: il
contrabbassista (in primis!),
il chitarrista o il pianista (in secundis!), o anche i fiati e addirittura
il cantante, se c'è (in terzis!).
Quindi, assodato che il tempo va tenuto in debita considerazione da tutti, i
consigli che credo di poter dare in materia sono i seguenti:
1) Ognuno (nel gruppo) si prenda la propria responsabilità a proposito del
mantenere il tempo: nessuno pensi di "appoggiarsi" sul tempo dell'altro
ma abbia invece il coraggio e la "forza" di affermare il suo!
2) Ognuno (nel gruppo o non) cerchi di sviluppare un senso ritmico che vada
un po' più al di là del semplice "conto matematico".
Questa è forse la cosa più difficile da maturare perchè, sebbene il ritmo
sia l'aspetto più forte e primordiale di ogni espressione musicale, non può
sfuggirci il fatto che la sua importanza sia stata sottovalutata
spudoratamente dai rappresentanti della cosiddetta "musica colta" e
soprattutto da quella di ispirazione liturgica, nella quale il ritmo
(nella concretezza che oggi molti ricercano) è stato addirittura censurato,
perchè considerato "opera del demonio"...). Anche per queste ragioni il
ritmo non ha avuto dalle nostre parti l'attenzione che meritava, sia pure a
livello
formativo elementare o scolastico.
3) Cerchiamo di prendere esempio dalle manifestazioni spontanee degli
afroamericani che, a partire dalle ritualità africane d'origine, hanno
sviluppato
una serie di filoni dal profondo senso ritmico quali; i Work Songs (canti
di lavoro), i Blues (canti d'amore o di altri argomenti di vita quotidiana),
gli Spirituals (canti a sfondo religioso...ma non "liturgico", come si
diceva prima!), per arrivare ai più moderni Gospel (canti ispirati ai
Vangeli,
dall'intenso senso ritmico), o al Rhythm & Blues (Ray Charles docet) o al
jazz vero e proprio, che è riuscito a sintetizzare l'esigenza più moderna
del fare musica in libertà, con creatività, e con un senso ritmico
veramente "dentro e sopra le righe".
4) Per quanto riguarda l'ascolto: non indulgere all'ascolto della musica un
po' troppo sempliciotta del nostro paese, e ascoltare invece
con convinzione quello che ci viene dalle esperienze afroamericane.
C'è ancora molto da dire, ma per ora penso che basti.
Saluti
Al Joshua
Post by Luciano
Salve. Sono un batterista autodidatta e suono con persone più preparate di
me. In varie occasioni ho notato che i brani iniziano con un tempo e
terminano con un'altro, a volte più lento, altre più veloce. Dato che per
un batterista mantenere lo stesso tempo durante tutto il brano sia
fondamentale, chiedo a voi, che avete una preparazione sicuramente
migliore della mia, se esistono metodi per ottenere ciò. (Vorrei
migliorare senza tenere il metronomo nell'orecchio). Grazie
Luciano
FabioFender
2007-11-01 10:50:25 UTC
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Post by a***@tiscali.it
1) Ognuno (nel gruppo) si prenda la propria responsabilità a proposito del
mantenere il tempo: nessuno pensi di "appoggiarsi" sul tempo dell'altro
ma abbia invece il coraggio e la "forza" di affermare il suo!
Ed aggiungo...è "tecnicamente" impossibile per un essere umano mantenere lo
stesso beat con precisione assoluta per più di tot minuti (per quello ci
sono le drum machine)...inoltre nei brani a volte una LEGGERA variazione può
aggiungere enfasi alle varie "fasi" del pezzo (soli, bridge etc...),
l'importante è NON arrivare alla fine del brano a 120 bpm quando si è
partiti a 100 :-)))

...infine, usare sempre il metronomo quando si studia, è buona cosa per
ottenere un buon timing quando si suona, almeno secondo la mia esperienza.

FF
Luca Conti
2007-11-01 13:22:29 UTC
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On Thu, 1 Nov 2007 11:50:25 +0100, "FabioFender"
Post by FabioFender
Ed aggiungo...è "tecnicamente" impossibile per un essere umano mantenere lo
stesso beat con precisione assoluta per più di tot minuti (per quello ci
sono le drum machine)..
Non è proprio così. Con certi batteristi come Steve Gadd o Bernard
"Pretty" Purdie puoi andare via e tornare dopo venti minuti, e il beat
non si è spostato neanche di una frazione di secondo. Non a caso sono
sempre stati tra i più richiesti per il lavoro di studio.

Il più impressionante che mi sia capitato di ascoltare, in questo
senso, è il povero Tony Thompson, il defunto batterista degli Chic:
una drum machine fatta uomo. Devo dire che in questo caso (ma, forse,
come dovrebbe sempre essere), gran parte del merito andava anche alo
suo compagno di sezione ritmica, il bassista Bernard Edwards, altro
musicista dal timing assolutamente sovrumano.

lc
SNAFU
2007-11-01 13:35:12 UTC
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Post by Luca Conti
Il più impressionante che mi sia capitato di ascoltare, in questo
una drum machine fatta uomo.
Ascoltato anche di persona?
Post by Luca Conti
Devo dire che in questo caso (ma, forse,
come dovrebbe sempre essere), gran parte del merito andava anche alo
suo compagno di sezione ritmica, il bassista Bernard Edwards, altro
musicista dal timing assolutamente sovrumano.
Mi fa piacere veder citati (e in un caso commemorato) qui due musicisti certo
lontani dalla visione "chiusa" del jazz che taluni hanno

(ricordo che 30 anni fa, da adolescenti, quando prosperava una sorta di partito
"anti-disco", gli Chic erano tra i pochissimi "sdoganati"!)
--
SNAFU

Per rispondermi privatamente, sostituisci "snaphoo" con "snafu"
To reply via e-mail, please remember to replace "snaphoo" with "snafu"
Luca Conti
2007-11-01 14:01:36 UTC
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Post by SNAFU
Post by Luca Conti
Il più impressionante che mi sia capitato di ascoltare, in questo
una drum machine fatta uomo.
Ascoltato anche di persona?
Mai con gli Chic, purtroppo. Una volta sola, a metà anni Ottanta, con
i Power Station.
Post by SNAFU
Post by Luca Conti
Devo dire che in questo caso (ma, forse,
come dovrebbe sempre essere), gran parte del merito andava anche alo
suo compagno di sezione ritmica, il bassista Bernard Edwards, altro
musicista dal timing assolutamente sovrumano.
Mi fa piacere veder citati (e in un caso commemorato) qui due musicisti certo
lontani dalla visione "chiusa" del jazz che taluni hanno
Ma gli Chic sono stati un gruppo molto importante nella storia della
musica nera (e non solo in quella), e la loro influenza è
indiscutibile, molto più forte di quanto non si creda.

Edwards, in particolare, è stato secondo me uno dei bassisti elettrici
più importanti della storia, senza distinzione di generi.
Post by SNAFU
(ricordo che 30 anni fa, da adolescenti, quando prosperava una sorta di partito
"anti-disco", gli Chic erano tra i pochissimi "sdoganati"!)
Per quanto mi riguarda (visto che 30 anni fa ero adolescente pure io)
quella per gli Chic è una passione che non è mai venuta meno.

lc
FabioFender
2007-11-01 17:58:44 UTC
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Post by FabioFender
è "tecnicamente" impossibile per un essere umano mantenere lo
Post by FabioFender
stesso beat con precisione assoluta per più di tot minuti (per quello ci
sono le drum machine)..
Non è proprio così. Con certi batteristi come Steve Gadd o Bernard
"Pretty" Purdie
Tony Thompson,
D'accordo :-)....allora rettifico aggiungendo "escludendo pochi alieni" !

FF
-Morpheus-
2007-11-01 03:06:05 UTC
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Post by Luca Conti
Non è proprio così. Con certi batteristi come Steve Gadd o Bernard
"Pretty" Purdie puoi andare via e tornare dopo venti minuti, e il beat
non si è spostato neanche di una frazione di secondo.
Ho visto una volta Dave Weckl (benche' non sia esattamente il tipo di
batterista da me preferito) ad un seminario esibirsi in un solo di batteria
che era cosi' strutturato: parte iniziale col beat del metronomo, parte
centrale un vero e proprio solo, anche abbastanza complesso con
capovolgimenti di tempo, tempi dispari, poliritmie, di almeno 2/3 minuti
senza piu' il metronomo, poi alla fine del solo, rullata, e qualcuno dal
mixer rimandava il sequencer e il nostro palestrato drummer cadeva perfetto
sulla battuta con la stessa velocita' preimpostata. Circense ma di un certo
fascino. Mai quanto il fascino comunque (parere personale) di Jack
Dejhonnette quando talvolta fa dei soli di batteria con Jarrett dal vivo,
perdendo la struttura del brano completamente, ma producendo musica
incredibilmente bella. Alias non sempre la max precisione e' sinonimo di
buona musica e buona arte. In Steve Gadd bisogna riconoscere che le due cose
coincidono.
Morph
Lello Gnesutta
2007-11-02 05:52:29 UTC
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Post by Luca Conti
Il più impressionante che mi sia capitato di ascoltare, in questo
una drum machine fatta uomo. Devo dire che in questo caso (ma, forse,
come dovrebbe sempre essere), gran parte del merito andava anche alo
suo compagno di sezione ritmica, il bassista Bernard Edwards, altro
musicista dal timing assolutamente sovrumano.
lc
Anche lui defunto. Almeno li ricordiamo nella giornata giusta.

Ciao

Lello
giorgio p.
2007-11-13 01:01:42 UTC
Permalink
Post by a***@tiscali.it
Questa è forse la cosa più difficile da maturare perchè, sebbene il
ritmo sia l'aspetto più forte e primordiale di ogni espressione musicale,
non può
sfuggirci il fatto che la sua importanza sia stata sottovalutata
spudoratamente dai rappresentanti della cosiddetta "musica colta"
in che senso?

e
Post by a***@tiscali.it
soprattutto da quella di ispirazione liturgica, nella quale il ritmo
(nella concretezza che oggi molti ricercano) è stato addirittura censurato,
perchè considerato "opera del demonio"...).
Puoi citarmi una fonte in cui si dice che il ritmo è opera del demonio?
Mi interessa molto.

G
a***@tiscali.it
2007-11-14 00:20:01 UTC
Permalink
Rispondo a "giorgio p." <***@libero.it>

Sintetizzo le due questioni su cui tu chiedi un approfondimento:
1) In che senso i rappresentanti sella cosiddetta "musica colta" hanno
spudoratamente
sottovalutato l'importanza del ritmo, sebbene esso sia l'aspetto più forte e
primordiale
di ogni espressione musicale.
2) Esistono fonti in cui si affermi che il ritmo è "opera del demonio", con
riferimento soprattutto
alla musica di ispirazione liturgica.

Premesso che si tratta di fatti molto complessi, che hanno pervaso e
influenzato prepotentemente
il percorso della storia della musica per circa due millenni, non credo di
poter rispondere
in modo esauriente in questa sede. Nel mio post precedente avevo, comunque,
fatto riferimento
a queste due considerazioni (chiamiamole: 1 e 2) per giustificare la scarsa
propensione a un tipo
di scansione ritmica profonda, tipica del jazz e musiche derivate, da parte
dell'individuo medio
della cultura occidentale, osservando che viceversa tale propensione sia
enorme da parte
degli africani e di conseguenza (anche se leggermente stemperata) anche da
parte degli afro-americani.

Posso dire che le questioni 1 e 2 sono intimamente connesse.

La questione 1 si può verificare fin dall'insegnamento del "solfeggio" che
tende a risolvere i problemi
legati al ritmo mediante la "divisione e suddivisione" delle battute in modo
esclusivamente matematico.
Quasi tutta la "musica colta" risente di questa impostazione piuttosto
meccanica, che relega in sostanza
una scansione ritmica più profonda ad una posizione piuttosto marginale. Il
superamento dell'impoverimento
ritmico si ottiene quasi sempre con un accorto uso dell'agogica e della
dinamica, cioè in sostanza
con quello che i classici chiamano: l'interpretazione.

La questione 2 è la "madre di tutte le questioni" (e quindi anche della
questione 1).
Le fonti...sono talmente innumerevoli che non ne so citare su due piedi
neanche una!
Ricordo comunque che la musica sacra si è basata per un millennio sul
cosiddetto Canto Gregoriano, il quale non faceva uso del ritmo
nel senso in cui stiamo discutendo (e neanche di quello del solfeggio
tradizionale). Era musica vocale, monodica,
cantata principalmente dal clero e dalla cosiddetta Scola Cantorum senza
nessun accompagnamento strumentale, e meno che mai da strumenti
a percussione, considerati indegni dei riti religiosi e che avrebbero potuto
suggerire comportamenti lascivi (quindi "opera del demonio").
Il primo strumento musicale che fu ammesso in chiesa fu l'organo (verso il
1200 nella chiesa di Notre Dame a Parigi,
che era lontano da Roma e ...un tantino più perversa!), giustificato dal
fatto che il suono dello strumento rassomigliava
a un coro di voci umane.
Mi viene in mente, inoltre, che su una pubblicazione ecclesiastica della
prima metà del Novecento (di cui purtroppo mi sfugge il nome,
ma che sicuramente qualche lettore del newsgroup potrà citare meglio di me),
alla voce "Jazz" si dava una definizione di questo genere:
"...musica selvaggia, piena di asprezze armoniche, basata su ritmi ossessivi
e sincopati, che dà sfogo ai più bassi istinti dell'uomo..."

Saluti, Al Joshua
giorgio p.
2007-11-16 23:26:33 UTC
Permalink
Post by a***@tiscali.it
Le fonti...sono talmente innumerevoli che non ne so citare su due piedi
neanche una!
Ecco, appunto. Dire che ce sono tante senza specificare è come dire nessuna.
Post by a***@tiscali.it
Mi viene in mente, inoltre, che su una pubblicazione ecclesiastica della
prima metà del Novecento (di cui purtroppo mi sfugge il nome,
ma che sicuramente qualche lettore del newsgroup potrà citare meglio di
"...musica selvaggia, piena di asprezze armoniche, basata su ritmi
ossessivi e sincopati, che dà sfogo ai più bassi istinti dell'uomo..."
Anche questa m'interesserebbe (anche se non si parla ancora di demonio, mi
pare).
Non ricordi proprio da dove citi?

Sul resto concordo in parte. Ti faccio notare che, oltre al ritmo, tra le
esperienze musicali primordiali va citato anche il canto: una riprova è la
particolare melodiosità della voce materna (di tutte le razze e culture)
quando si rivolge al proprio bambino. Gli esperti la chiamano "musilingua".
Non vorrei che la giusta enfatizzazione del ritmo facesse passare in secondo
piano la melodia (ma forse ho sbagliato NG...).

G

Otto_Vask
2007-11-02 16:03:09 UTC
Permalink
Post by Luciano
Salve. Sono un batterista autodidatta e suono con persone più preparate di
me. In varie occasioni ho notato che i brani iniziano con un tempo e
terminano con un'altro, a volte più lento, altre più veloce. Dato che per un
batterista mantenere lo stesso tempo durante tutto il brano sia
fondamentale, chiedo a voi, che avete una preparazione sicuramente migliore
della mia, se esistono metodi per ottenere ciò. (Vorrei migliorare senza
tenere il metronomo nell'orecchio). Grazie
In realtà, come ti hanno scritto, la responsabilità del tempo è di tutta
la sezione ritmiica che include contrabbasso, pianoforte e chitarra, ma
anche indirettamente dei solisti o della voce.
Ciò è tanto più vero negli stili più moderni e "broken", dove il ruolo
del batterista non è più quello del timekeeping con la ripetizione di un
pattern più o meno identico, ma piuttosto quello di provvedere a una
sorta di pulsazione, variamente orchestrata e strutturata.

Piccole - anche non così piccole - variazioni di tempo nel jazz sono
abbastanza comuni e fanno parte del genere musicale. Per di più non
esiste un atteggiamento del genere "io sono giusto, voi siete
sbagliati", il tempo va sempre affinato con quello degli altri
componenti del gruppo.

E' però imprescindibile sviluppare un buon senso del tempo, e per far
questo esiste solo l'esercizio costante con il metromono, quindi non si
può "migliorare senza il metronomo nell'orecchio" soprattutto i primi
anni.

Tieni poi conto che una cattiva tecnica è spesso causa di tempo
zoppicante, perchè manca la coordinazione, o i pattern sono troppo
veloci, etc. Dunque ti consiglio lo studio con un buon maestro che possa
impostare corretta,ente la tecnica fondamentale delle mani e dei pedali
(almeno un paio d'anni)

Sul mio blog ho appena postato un video di weckl che suona un assolo
molto bello con la consueta tecnica superlativa e un timing perfetto:

http://ottovas.blogspot.com/
Luciano
2007-11-04 19:34:29 UTC
Permalink
Grazie a tutti. Ho capito che la soluzione migliore è il metronomo...
Continua a leggere su narkive:
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